Nel 2025, sempre più persone scoprono con amarezza che una vecchia notizia negativa su Google può tornare a perseguitarle.
Diritto all’oblio
Che si tratti di un errore giovanile, di una vicenda giudiziaria superata, o di un pettegolezzo online ormai smentito, il risultato è sempre lo stesso: quella pagina in prima posizione su Google diventa un ostacolo reale per la propria vita professionale e personale.
Ma oggi esiste una tutela concreta e sempre più richiesta: il diritto all’oblio.
In questo articolo vedremo come esercitarlo nel 2025, con tutte le strade possibili.
Una notizia negativa su Google impatta sulla sfera personale e professionale
Una semplice ricerca su Google può bastare per compromettere una candidatura lavorativa, una collaborazione commerciale o persino una relazione personale.
Il problema è che Google non distingue tra una notizia attuale e una vecchia di dieci anni, magari archiviata o completamente superata.
Chi viene colpito? Tutti:
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Professionisti (avvocati, medici, commercialisti, consulenti) che vedono associato il proprio nome a vicende giudiziarie ormai concluse.
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Privati cittadini che si ritrovano coinvolti in articoli che non hanno più alcuna rilevanza.
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Imprenditori o dirigenti che perdono credibilità per contenuti parziali, errati o obsoleti.
Cosa dicono le leggi e come funziona praticamente il diritto all’oblio
Il diritto all’oblio è stato introdotto dalla Corte di Giustizia Europea nel 2014 e recepito in Italia nel contesto del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Quando si può esercitare?
Puoi chiedere la rimozione di un risultato da Google o da un sito web se:
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La notizia è obsoleta o superata (es. processo chiuso, reato prescritto, accuse ritirate).
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L’informazione non è più rilevante per l’interesse pubblico.
- il contenuto contiene informazioni non corrette o sommarie e che quindi potrebbero essere considerate diffamatorie.
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I contenuti violano la tua privacy o ledono la tua reputazione senza giustificazione attuale.
Attenzione: la legge da sola non basta
La normativa è chiara, ma non è automatica: devi agire attivamente per fare valere il tuo diritto.
È qui che entrano in gioco le soluzioni pratiche per ottenere risultati concreti.
Inoltre, purtroppo, nella maggior parte dei casi, visto che la legge non da scadenze e periodi chiari, il diritto all’oblio non viene applicato quasi mai.
A volte al diritto di cronaca si predilige il profitto che si ottiene dal mantenere una notizia che genera clicks e quindi introiti pubblicitari.
Per questi ed altri motivi, è abbastanza complesso ottenere il rispetto del proprio diritto all’oblio e quindi la cancellazione delle notizie negative.
TeleLead.it da oltre un decennio si occupa anche di web reputation
Diritto all’oblio: come esercitarlo nel 2025 – le 3 soluzioni pratiche
1. Richiesta di rimozione alla testata o al sito che ha pubblicato la notizia
Se la notizia lesiva è ancora pubblicata su una testata online, un sito d’informazione o un blog, è possibile presentare una richiesta formale per la rimozione o la modifica del contenuto.
Si tratta di una delle strade più dirette per tutelare la propria reputazione digitale, ma non sempre garantisce risultati immediati.
Cosa si può chiedere:
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La rimozione completa dell’articolo, quando la notizia è ormai superata, priva di attualità e dannosa.
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L’oscuramento del nome della persona coinvolta.
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L’integrazione del contenuto con informazioni aggiornate (es. assoluzione, archiviazione, chiusura del procedimento).
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La deindicizzazione da Google, ovvero l’esclusione della pagina dai motori di ricerca, pur lasciandola visibile sul sito.
Tuttavia, non sempre la richiesta viene accolta.
Molte testate ritengono che rimuovere un articolo possa rappresentare una limitazione del loro diritto di cronaca, di critica o di espressione.
Altri editori sono meno inclini a collaborare perché l’articolo in questione genera ancora traffico, e quindi entrate pubblicitarie dai banner presenti sulla pagina.
Come possiamo aiutarti noi di TeleLead.it
Per evitare dinieghi o opposizioni pregiudiziali, noi di TeleLead.it ci affidiamo a avvocati specializzati in diritto all’oblio, che gestiscono la questione con approccio tecnico-legale ma sempre rispettoso e mirato.
Il nostro studio invia una richiesta bonaria ben argomentata, con riferimenti giuridici ed eventuali documenti a supporto, cercando di dimostrare:
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che la notizia è superata e non più di interesse pubblico;
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che la sua permanenza online arreca un danno concreto (anche di natura economica) e attuale alla reputazione dell’interessato;
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che la richiesta è fondata sul diritto alla riservatezza e alla riabilitazione dell’immagine personale.
In molti casi, questo primo contatto è sufficiente per ottenere almeno la deindicizzazione o la revisione dell’articolo.
Per una valutazione gratuita e riservata del tuo caso, contattaci anche telefonicamente o su WhatsApp: sapremo dirti subito se ci sono i margini per intervenire.
2. Richiesta di rimozione direttamente a Google
Google mette a disposizione un modulo ufficiale per richiedere la deindicizzazione dai risultati di ricerca di contenuti ritenuti lesivi, obsoleti o non più rilevanti.
È una procedura gratuita e accessibile a chiunque, ma non sempre garantisce un esito positivo.
Come funziona il modulo:
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Si compila un form online con i propri dati anagrafici.
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Si indicano gli URL delle pagine da cui si chiede la rimozione.
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Si fornisce una spiegazione dettagliata delle motivazioni: perché quella notizia è superata, irrilevante o dannosa.
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È consigliabile allegare documentazione che dimostri il danno concreto subito (rigetto a un’offerta di lavoro, perdita di collaborazioni, perdita di clienti, danno reputazionale ecc.).
Google non rimuove il contenuto dal web
È importante sapere che Google non cancella la notizia dal sito che l’ha pubblicata.
Si limita, eventualmente, a escluderla dai risultati di ricerca associati al nome della persona coinvolta. Tuttavia, il contenuto resta accessibile con altre parole chiave o tramite link diretto.
Quando Google accoglie la richiesta
Google non applica censure automatiche: valuta attentamente ogni caso e tende a privilegiare il diritto di cronaca e la libertà di espressione, soprattutto quando i contenuti provengono da testate giornalistiche registrate.
In genere:
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Se un tribunale ha dato ragione alla persona interessata e ha disposto la rimozione o la rettifica, Google procede rapidamente alla deindicizzazione.
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In assenza di una decisione giudiziaria o di prove documentate del danno, la richiesta viene spesso respinta.
Come possiamo aiutarti noi di TeleLead.it
Noi di TeleLead.it, dopo aver esperito il primo tentativo di rimozione direttamente presso la testata (vedi paragrafo 1), possiamo assisterti anche nella richiesta di rimozione a Google, grazie al supporto dei nostri avvocati specializzati in diritto all’oblio.
Formuliamo una richiesta dettagliata e ben costruita, con:
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un’analisi precisa del contenuto e del danno arrecato (soprattutto di natura economica e personale);
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una motivazione giuridica coerente con il GDPR e la giurisprudenza europea;
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documenti a supporto che aumentano la possibilità di successo.
In questo modo, aumentiamo sensibilmente le probabilità che Google accetti la richiesta di deindicizzazione, anche in assenza di una sentenza formale.
Se vuoi sottoporre il tuo caso a una valutazione riservata e senza impegno, puoi contattarci direttamente anche su WhatsApp o telefonicamente.
3. Pubblicazione di articoli positivi per contrastare i contenuti negativi
QUESTA È LA STRATEGIA PIÙ CONSIGLIATA, SEMPRE.
Anche quando si riesce a far rimuovere una notizia da Google o dalla testata che l’ha pubblicata, la costruzione di una reputazione positiva online resta la scelta più intelligente, duratura e strategica.
Se oggi il tuo nome su Google non è supportato da articoli positivi e autorevoli, qualsiasi contenuto negativo – anche parziale o superato – ha campo libero per salire in prima pagina.
Questo accade perché Google non trova alternative di valore da mostrare.
Al contrario, se crei una presenza digitale attiva e ben strutturata, le notizie negative avranno meno visibilità, meno forza, e meno possibilità di influenzare chi ti cerca online.
MA C’È DI PIÙ:
Se i primi due tentativi – rimozione presso la testata o richiesta a Google – non vanno a buon fine, questa è l’unica soluzione realmente efficace per:
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Spingere in basso le notizie negative su Google (che man mano diventeranno più risalenti)
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Reintegrare e ricostruire la tua immagine pubblica.
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Riprendere il controllo della tua reputazione digitale.
È la soluzione che usano imprenditori, professionisti, artisti, politici e personaggi pubblici di ogni settore quando vogliono tornare a raccontare la propria versione dei fatti, partendo da una base solida.
Ecco le 3 soluzioni che offriamo in base alla visibilità necessaria:
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Blog di nostra proprietà: possiamo pubblicare articoli ottimizzati SEO su oltre 200 blog tematici di nostra proprietà, tutti ben indicizzati su Google. Parleranno positivamente della tua attività, storia o risultati ottenuti. Questi articoli aiutano a spingere rapidamente contenuti positivi ai vertici delle ricerche. I pacchetti di articoli vanno dai 10 agli 80 articoli (su altrettanti diversi siti web) e il costo per articolo è oscilla fra i 30 e i 20€.
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Testate giornalistiche locali o di settore: collaboriamo con decine di testate regionali e verticali, spesso presenti su Google News. Sono perfette per raccontare storie di rinascita, progetti imprenditoriali o attività professionali in crescita, con contenuti scritti da giornalisti e pubblicati in 48h giorni. Costo medio per articolo pubblicato: 100/150€ + iva
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Testate giornalistiche nazionali di primo livello: per chi ha subito un danno grave o vuole un impatto più forte, possiamo pubblicare articoli su testate di rilevanza nazionale (come ad esempio Repubblica, Ansa, Corriere, ilMessaggero, etc), con elevata autorevolezza, visibilità e capacità di entrare nei riquadri Top Stories di Google. Il costo parte da 1500 € + iva, con garanzia di pubblicazione su almeno 5 testate.
Questa è l’unica soluzione in grado di intervenire direttamente sull’immagine pubblica, generando contenuti veri, verificabili, e capaci di riscrivere la narrazione che oggi Google propone su di te.
Per maggiori informazioni, non esitare a contattarci telefonicamente.
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